Un bosco incantato: l’ ALEVE’ – VALLE VARAITA
Partenza: Castello – Pontechianale
Dislivello: 470 m circa
Tempo di salita: 1.30 h/ 2 h
C’è un luogo in Alta val Varaita dove il tempo sembra essersi fermato. La natura è padrona incontrastata e l’uomo non ha messo mano. Il Bosco dell’Alevè, così chiamato perché in occitano elvo significa pino cembro, è la cembreta pura più grande d’Europa e la più estesa delle Alpi.

Popolata da numerose specie animali tra cui due uccelli, la nocciolaia e il crociere. Quest’ultimo, si nutre particolarmente di pinoli che li estrae grazie al suo becco incrociato. Utile anche per la riproduzione dei pini cembri che crescono anche in mezzo alle rocce, proprio perché questo uccellino, trasportando i semi li lascia cedere ovunque. Infatti l’esemplare più alto si trova a 2950 m.

E’ un bosco antichissimo, addirittura le origini risalgono al periodo del quaternario. Gli alberi sono secolari ( il pino cembro più vecchio ha più di seicento anni) e raggiungono fino ai 20 metri di altezza. Ma la particolarità sta nei tronchi…una vera forma di arte naturale.

Anche quelli secchi, di cui è rimasto solo più il tronco, sono di una bellezza unica. Un luogo incantato dove ogni angolo ha un qualcosa di magico. Il profumo dei pini e del timo di montagna, l’aria purissima e lo scorrere dell’acqua, il canto degli uccelli e il fischio delle marmotte.

Un luogo per rilassarsi e vivere a stretto contatto con madre natura. Un luogo perfetto per i folletti, i Sarvanot, che secondo la tradizione popolare abitano questi luoghi. Al centro del bosco si trovano anche due laghi, il Lago Secco a 1890 m e il Lago Bagnour, dal rifugio omonimo, a 2017 m. Questi due laghi, a causa della siccità, si stanno lentamente trasformando in torbiere, ma ospitano un piccolo crostaceo esclusivo di questa zona.

Per immergersi in questo museo naturale bisogna raggiungere Casteldelfino e, poco prima di Pontechianale, lasciare l’auto nel parcheggio a lato della strada in prossimità del Rifugio Alevè, frazione Castello.
Vicino al rifugio si segue una mulattiera, dopo venti minuti di cammino si passa di fianco al bellissimo rifugio Grongios Martre

e si prosegue a destra verso il rifugio Bagnour.

Il sentiero costeggia ad un tratto un corso d’acqua e si cammina sulle radici dei pini cembri. Dopo circa un’ora di salita si giunge al pianoro, si costeggia il laghetto

e si prosegue sul sentiero dalla parte opposta, in modo da compiere il percorso ad anello, passando per il lago Secco che, a dispetto del nome, ha più acqua del Lago Bagnour. Si prosegue in discesa nel bosco fitto e si seguono le indicazioni per Castello. I sentieri sono ben tracciati e segnalati. Lasciatevi incantare anche voi! Buona passeggiata…e chissà che non incontrate i Sarvanot…