Località di partenza: S. Giacomo d’Entracque – Altitudine di partenza: 1213 mt – Lunghezza percorso: 26,5 km – Dislivello: 1730 mt – Difficoltà: E fino al colle di Carbonè, 2730 mt (escludendo alcuni tratti alpinistici dopo il colle di Carbonè, che permettono di raggiungere la croce di vetta, dove ovviamente bisogna prestare attenzione).
NOTA PERSONALE: l’intero percorso, fino al passo, è semplice ma richiede un allenamento mediamente alto, per la lunghezza del percorso che bisogna affrontare. A parte la fonte d’acqua presso la Casa Alpina Salesiani, all’inizio del percorso, non vi sono altre fonti a meno di alcune cascatelle che troviamo dopo il lago del Vej del Bouc.
Il monte Carbonè (2873 msl) offre un ottimo panorama sulle cime meridionali delle Marittime dato che è la cima più elevata della costiera occidentale del Vallone Colomb. Ai suoi piedi vi è il lago Carbonè.
Partendo da Cuneo e poi per Borgo San Dalmazzo, si prende per Entracque, Valdieri e si ci addentra in Val Gesso. Si prosegue per San Giacomo d’Entracque, si raggiunge quindi la diga, si prosegue per la borgata di San Giacomo e si parcheggia appena prima del ponticello che si vede sulla sinistra.
Iniziamo il nostro percorso percorrendo la strada asfaltata sulla sinistra, attraverso il ponte, fino a giungere alla Casa alpina dei Salesiani, dove si può attingere ad una fonte. Il percorso prosegue su strada sterrata per circa 3 km, con una pendenza media, raggiungendo i pianoro del Rasur da dove possiamo ammirare diverse cime che ci circondano come il Clapier, Pagarì e Maledia.
Più avanti incrociamo il bivio che ci conduce, a sinistra, verso la nostra meta intermedia (800 mt di dislivello), il lago del Vej del Bouc (2054 mt),
attraverso la prima vera salita a tornanti del percorso. Dopo circa un’ora e mezza raggiungiamo il bivio per il meraviglioso e spettacolare lago, dove ovviamente facciamo la prima pausa prima di intraprendere la seconda parte dell’ escursione.
Dal lago possiamo ammirare altre cime, tra le quali la Vernasca, in direzione del colle omonimo del lago. Uno giovane stambecco solitario si aggira curioso intorno al lago per poi dileguarsi tra le rocce e trovare un riparo più sicuro.
Torniamo quindi al bivio ed imbocchiamo il sentiero per il colle del Sabbione, dove poco dopo troviamo le indicazioni per il passo Carbonè, iniziando una lunga ma non eccessiva salita che ci porta, dopo aver lasciato la vista al lago, in un ambiente più selvatico e visivamente poco frequentato.
Il sentiero erboso e a volte poco rintracciabile, sale di quota in direzione opposta al lago, con lunghi ma non faticosi tornanti, fino ad incontrare delle pietraie che preannunciano il cambiamento del paesaggio che si fa sempre più selvaggio ed interessante.
Passate le ultime pietraie raggiungiamo un colletto a circa 2400 mt, che ci permette di addentrarci in un paesaggio caratterizzato ancora da diversi nevai, che condizionano il nostro percorso di alcuni metri, e da un panorama davvero spettacolare (Gelas, Maledia e Clapier).
Seguiamo il sentiero in un avvallamento, dove ha sede un piccolo laghetto quasi completamente ricoperto di neve, per poi proseguire, su terreno quasi pianeggiante ed individuare, verso il fondo valle, il bellissimo lago della Roccia, anch’esso per buona metà ricoperto di neve [luglio 2018, ndr].
Il sentiero prosegue oramai per l’ultima salita che ci permette di raggiungere, verso le 13.30 il passo del Carbonè, a quota 2800 come indicato dalla palina ma, secondo il gps, a quota 2730 mt.
Prima della pausa affrontiamo una parte della cresta per ammirare tutte le cime intorno a noi e il lago del Carbonè che si trova proprio a ridosso, sulle cui rive nell’ultima guerra mondiale, precisamente il 28 novembre 1947, si era schiantato Dakota C47, aereo da guerra americano. Il 24 ottobre 1954, sul monte Carbonè se ne schiantò un altro, sempre americano, con 21 vittime.
Dopo esserci riposati riprendiamo in nostro percorso di ritorno pienamente soddisfatti per la nostra discreta impresa che ci ha sicuramente stancati ma pienamente gratificati per aver raggiunto la nostra meta, grazie anche ad una spettacolare giornata di sole che ci ha accompagnato per tutto il nostro itinerario.
L’escursione è molto impegnativa per la distanza da percorrere da dove si lascia l’auto ma, allo stesso tempo, molto gratificante grazie alle caratteristiche del percorso e del panorama che si può ammirare.
L’impegno richiesto è adatto ad un camminatore con un buon allenamento anche se il dislivello di circa 1700 mt si distribuisce in modo graduale lungo tutto l’itinerario, rendendo meno faticoso sia l’andata che il ritorno, non essendo un percorso ad anello.
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