In un dicembre senza neve faccio conoscenza di una palestra di roccia storica: Monte Bracco. Tanto ne avevo sentito parlare e l’avevo osservata dal fondovalle salendo verso il Pian del Re. Quando sei abituato da tempo a scalare sul calcare non potrai che ricevere una bella sorpresa nell’iniziare ad arrampicare qui: ci si muove infatti su bellissime placche di ottimo gneiss ed è richiesta buona tecnica; all’inizio ci si sente un po’ spaesati e bisogna fare un paio di giri per prendere un po’ di confidenza.

Quel giorno provammo alcune vie nel settore dello Sperone Centrale, esattamente nel solitario Canale Est. Gran caldo e grande pace. Il socio intanto mi illustrava un po’ della storia della falesia, racconti dei primi che vennero a scalare qui e di come poi con gli anni il Monte Bracco venne un po’ abbandonato in favore di nuove falesie. Ora è invece tornato in auge ed è frequentato da molti, non solo per i numerosi settori di monotiri – alcuni davvero stupendi – ma anche per i sassi (boulder) presenti nell’area e per le tante vie di più tiri di difficoltà moderate e ottimamente attrezzate. Tutta la zona è percorsa da sentieri ben segnalati, rendendola appetibile anche agli appassionati di escursionismo. Scendendo per far rientro osservammo gli attacchi di diverse vie lunghe e arrivai a casa con il consiglio di tornare con qualche amico a provarne almeno una.

Monte Bracco è ottimamente esposto a sud e si presta bene ad essere frequentato nelle mezze stagioni o anche in inverno non appena sia sciolta la neve. In un giorno di fine dicembre convinco il povero I. a provare una via. Sembro un venditore: elogio la bellezza della zona, la piacevolezza del clima, la qualità della roccia, la storicità del sito, la presenza di vie facili, smusso un po’ la questione dell’avvicinamento… Tutto pur di non restare un giorno chiusa in casa. Propongo la via più storica, risalente al 1977: la Via dell’Unione, che venne aperta con l’utilizzo di soli 4 chiodi. Ancora sicuri di voler rinviare tutti gli spit? La via è molto semplice, ben attrezzata, la roccia è ottima: un insieme di caratteristiche perfette per fare le prime esperienze su vie lunghe, per portare un amico novizio, o per prendersi una giornata di relax. In fin dei conti ho avuto un socio più persino più soddisfatto di me. La roccia è così bella che mi ha fatto venire l’appetito: merita tornare per provare qualcosa di più impegnativo. C’è solo l’imbarazzo della scelta!

Le placche inclinate su cui si sviluppa la Via dell’Unione, insieme a molte altre, di cui alcune affrontano anche il bel muro di sinistra

Punto di partenza: Rifugio Miravidi, Sanfront (CN)

Tipo di via: via attrezzata a fix 10mm, soste attrezzate

Materiale: due mezze corde da 60m, sufficiente anche una corda da 70m, 10 rinvii

Esposizione: sud-est

Tipo di roccia: gneiss

Difficoltà: AD+ (5a max, 4b obbl)

Lunghezza: 280m

Apritori: F.Parussa, M.Nicolino, 1977

Come arrivare: giunti a Sanfront, superato un distributore di benzina si svolta a destra in Via Mombracco (indicazione per palestra di roccia), si prosegue dritti, si supera il fiume Po. Giunti nei pressi di una chiesetta si svolta sulla stradina in salita seguendo l’indicazione per “Trattoria Rifugio Miravidi”. Si continua fino ad incontrare degli ampi parcheggi sulla sinistra, dove si lascia l’automobile.

L’avvicinamento si svolge su un ameno sentiero immerso nei castagneti

Avvicinamento: dal parcheggio si raggiunge in breve il Rifugio Miravidi, dove si intercetta il sentiero segnalato che conduce alla cima del Monte Bracco di Sanfront e al Rifugio Stefano Mulatero. Salendo si incontrano sempre ottime indicazioni dei numerosi settori della falesia. Giunti alla base delle pareti si incontra un bivio, si svolta a destra e in breve si raggiunge la base dello Sperone Centrale, settore in cui si trova la via. Si supera l’attacco della via “Erba Carolina”, si gira l’angolo e si giunge alla base di una grande placconata bordata a sinistra da un evidente costolone. Un po’ sbiadito il nome alla base della via. (circa 30 minuti per l’avvicinamento)

All’attacco della via

Via:

L1: si salgono i primi metri un po’ più verticali per portarsi sulla placca abbattuta sovrastante, che si sale fino ad un terrazzino. 4a, 40m (sosta attrezzata con indicazioni delle vie che partono da essa, seguire per “unione”).

L2: si prosegue dritti tenendosi sulla faccia destra del diedrone, incontrando un paio di passi più delicati, si sosta su una cengia terrosa con albero. 4c, passi 5a, 45m.

Su L3

L3: si sale un bel muretto e poi si continua per bella placca. 4c, 40m

L4: si segue la bella fessura sopra alla sosta uscendo poi nuovamente in placca. 4b, 50m

L5: si prosegue su facile terreno fino ad un terrazzo sull’orlo della parete. 55m

Uscendo dal simpatico muretto di L6

L6: si arrampica il bel muro a destra della sosta uscendone sulla sinistra e si prosegue per facile placca, 4b, 50m

Si prosegue facilmente fino alla fine delle difficoltà e si va ad incontrare la traccia di discesa verso il canale.

Discesa nel canale. Attenzione alle molte pietre instabili.

Discesa: in doppia dalla sosta del quinto tiro (le calate non sono sulla via, ma portano nel sottostante canale), oppure dalla fine della via si prosegue a piedi tenendosi sulla destra e scendendo a piedi nel canale fino ad incontrare in sentiero segnalato per il quale si è saliti.

Il Monviso domina l’orizzonte